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Per le nostre spedizioni utilizziamo i corrieri DHL e UPS. Per garantire la conservazione dei prodotti deperibili, nel periodo estivo e qualora le condizioni climatiche lo richiedano, vengono utilizzati contenitori/dispositivi termici e ghiaccio sintetico per alimenti.
L’evasione dell’ordine con consegna del pacco al corriere avviene entro 48 ore per ordini completati entro le ore 12.00. Gli ordini ricevuti dopo le ore 12.00 vengono processati il giorno successivo. Al fine di preservare la freschezza dei prodotti ed evitare che rimangano in fermo deposito nei magazzini dei corrieri per lunghi periodi, le spedizioni di ordini contenenti i prodotti freschi deperibili (Prosciutto Cotto, Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano, ecc..) vengono effettuate solo dal lunedì al mercoledì. Quindi gli ordini ricevuti nei giorni di giovedì, venerdì, sabato e domenica vengono processati il lunedì. Le consegne avvengono in genere entro 24/48 dall’affidamento del pacco al corriere.
Ferrarini Shop spedisce ordini SOLO nei Paesi della Comunità Europea. Considerando incertezza nei tempi di consegna, non vengono effettuate le spedizioni in alcuni Paesi quali Grecia, Polonia, Repubblica Ceca, Cipro, Ungheria, Bulgaria, Lituania, Lettonia, Estonia, Romania, Malta, Slovacchia.
Prosciutto Cotto
Il prosciutto cotto Ferrarini è stato il primo prosciutto cotto, sul mercato, senza polifosfati aggiunti. Una vera rivoluzione! Allora, nel 1956, il prosciutto cotto era vissuto infatti come un prodotto a basso costo, di bassa qualità.
Il Prosciutto Cotto Ferrarini non contiene lattosio e proteine del latte. La cottura, a differenza di quanti pensino ancora, non avviene nel latte ma in forni a vapore.
La legislazione italiana suddivide i Prosciutti Cotti in tre categorie qualitative ben distinte in base al rapporto tra la percentuale di acqua e la percentuale di carne magra (proteine): Prosciutto Cotto di Alta Qualità, Prosciutto Cotto Scelto e Prosciutto Cotto. Il Prosciutto Cotto di Alta Qualità è la tipologia dove il rapporto acqua e carne magra si avvicina maggiormente a quello della coscia fresca; questo significa che sostanzialmente quasi tutta l’acqua aggiunta con la salamoia viene rimossa durante la cottura.
Le carni che utilizziamo nella produzione dei nostri salumi provengono sia da animali nati, allevati e macellati in Italia sia da animali nati, allevati e macellati in altri paesi della UE. Il ricorso a carni di altri paesi dipende dal fatto che l’Italia non è autosufficiente come produzione di carne di suino (importiamo il 40% circa del nostro fabbisogno) e in particolare, per quanto riguarda le cosce, la quasi totalità di quelle ottenute da suini nati allevati e macellati in Italia è destinata alla produzione di prosciutti stagionati DOP (Parma, San Daniele ecc…). La genetica, le tecniche di allevamento, la gestione sanitaria, i mangimi impiegati, il peso alla macellazione seguono approssimativamente gli stessi standard in tutta Europa e questo contribuisce a livellare sia l’aspetto qualitativo, che di sicurezza igienica delle carni destinate alla produzione di salumi. In particolare la sicurezza igienica delle carni è garantita dai controlli eseguiti dalle autorità sanitarie in macello (Piano Nazionale Residui) che sono armonizzati ed uniformemente applicati, in tutte le nazioni della UE.
I nitriti (NO2) e i nitrati (NO3) di sodio e potassio (NaNO2, KNO2 NaNO3, KNO3) sono i soli conservanti consentiti nella produzione di salumi perché sono le uniche sostanze, ad oggi riconosciute, in grado di svolgere una funzione fondamentale per la salubrità dei salumi: impedire lo sviluppo del Clostridium Botulinum, un microrganismo patogeno ad elevata letalità e di altri pericolosi batteri anaerobi, cioè che si sviluppano in assenza di aria. Oltre alla fondamentale funzione batteriostatica i nitriti svolgono anche altre importanti funzioni quali: conferire il colore rosa alle carni cotte e il colore rosso alle carni stagionate, rallentare l’ossidazione dei grassi.
No, il Decreto 26 maggio 2016 che modifica il DM 21.9.2005 sulla produzione e la vendita di alcuni prodotti di salumeria indica al Capo I Prosciutto cotto Art. 1: “La denominazione “prosciutto cotto” è riservata al prodotto di salumeria ottenuto dalla coscia del suino eventualmente sezionata, disossata, sgrassata, privata dei tendini e della cotenna, con impiego di acqua, sale, nitrito di sodio, nitrito di potassio eventualmente in combinazione fra loro”. Pertanto, se non è presente il nitrito, il prodotto non può essere denominato prosciutto cotto ma coscia di suino cotta o altre denominazioni simili.
Il glutammato è il sale dell’acido glutammico, un amminoacido presente naturalmente in quasi tutti gli alimenti ed in particolare in quelli ad alto contenuto proteico come carne, pesce, formaggi e in molte verdure. Nella produzione dei salumi il glutammato monosodico viene impiegato come additivo per stimolare i ricettori della lingua aumentando la percezione del “gusto di carne”, un gusto considerato il quinto sapore e denominato “umami”. In etichetta viene indicato con la dizione “esaltatore di sapidità: glutammato monosodico” (nr CE: E621). Il glutammato monosodico è di origine vegetale, ed è ottenuto per fermentazione batterica a partire dalla barbabietola da zucchero o dalla canna da zucchero.
Prosciutto di Parma
Le formazioni bianche di aspetto e consistenza gessosa che si possono incontrare sulla superficie di taglio dei prosciutti, stagionati oltre 17-18 mesi, sono granuli di tirosina, un amminoacido presente nella carne. Durante la stagionatura per effetto della naturale scissione (proteolisi) delle proteine, si liberano i peptidi e gli amminoacidi che le compongono. Tra questi amminoacidi, la tirosina, causa riduzione dell’acqua in stagionatura, precipita cristallizzando, producendo i cosiddetti «cristalli di tirosina». Questi “gessetti” non sono assolutamente dannosi, anzi sono indice di qualità e di stagionatura con effetti molto positivi sull’aroma e il sapore.
La sugnatura svolge la funzione di ammorbidire gli strati muscolari superficiali evitandone l’asciugamento troppo rapido rispetto a quelli interni, pur consentendone la perdita di umidità. La sugna non è considerata un ingrediente dalla legislazione italiana, trattandosi quindi di un prodotto della macellazione, è completamente naturale e non contiene alcun tipo di conservante.
Al termine del processo di stagionatura si effettuano le operazioni di sondaggio, un esame di tipo olfattivo che vede la penetrazione, in vari punti della massa muscolare, di un ago di osso di cavallo, materiale che ha la particolarità di assorbire gli aromi del Prosciutto di Parma, per poi riperderli con grande rapidità; in questo modo nella penetrazione nel successivo prosciutto assorbirà solo i suoi aromi. L’ago viene “annusato” da esperti addestrati a riconoscere e valutare le caratteristiche olfattive, per stabilire il buon andamento del processo produttivo e il rispetto della peculiare dolcezza.
Trascorsi almeno dodici mesi, e dopo accertamenti effettuati da ispettori esterni, sul prosciutto viene apposto il marchio a fuoco della corona a 5 punte che identifica il Prosciutto di Parma e garantisce il rispetto assoluto del metodo tradizionale di lavorazione.
Parmigiano Reggiano DOP
Non ci sono problemi per chi è intollerante al lattosio in quanto il nostro Parmigiano (come tutto il Parmigiano Reggiano DOP) secondo quanto emanato dalla Circolare Ministeriale 0024708 del 16/06/16 può definirsi naturalmente privo di lattosio. L’assenza di lattosio è conseguenza naturale del tipico processo di ottenimento del Parmigiano Reggiano, che contiene galattosio in quantità inferiore a 0.01/100g.
Non proviene da latte pastorizzato, ma da latte crudo termizzato fino a 55°C.
Ogni giorno il latte della mungitura serale viene lasciato riposare sino al mattino in ampie vasche, nelle quali affiora, spontaneamente, la parte grassa, destinata alla produzione del burro. Al latte scremato della sera, dopo esser stato versato nelle tipiche caldaie di rame a forma di campana rovesciata, vengono aggiunti il caglio di vitello e il siero innesto, ricco di fermenti lattici naturali ottenuti dalla lavorazione del giorno precedente. L’utilizzo di caglio animale, non vegetale e non sintetico, è definito obbligatoriamente dal Consorzio di tutela ed è uno degli elementi tipici della tradizione del Parmigiano Reggiano DOP.
Si tratta di granuli di Tirosina, un amminoacido che cristallizza in virtù di una stagionatura minima di 16-18 mesi, dando origine a queste piccole formazioni granulose.
Mortadelle
I lardelli della mortadella sono cubetti di grasso bianco, ottenuti dal taglio anatomico della gola del suino. Vengono utilizzati per esaltare il gusto e dare morbidezza alla carne, mantenendo compatta la fetta.
L’impasto viene insaccato e cotto in apposite stufe ad aria per diverse ore, a seconda del peso (i tempi di cottura che mediamente oscillano tra le 8 e le 26 ore), fino al raggiungimento della temperatura di 70° al cuore della Mortadella.
Aceto balsamico
L’aggettivo “balsamico” deriva dal greco antico “balsamon”, che indicava le proprietà rinfrescanti, curative e salubri, in modo particolare per le vie respiratorie, di questa sostanza che, solitamente, aveva una consistenza piuttosto liquida.
Esistono due diversi tipi di aceto balsamico.
L’Aceto Balsamico Tradizionale DOP è un condimento prodotto con mosti cotti di uve provenienti esclusivamente dalle province di Modena e Reggio Emilia, fermentati, acetificati e invecchiati per almeno 12 anni in piccole botti (o “vasselli” come dicono gli esperti) di legni differenti.
L’Aceto Balsamico di Modena IGP è invece un vero e proprio aceto di vino, con un disciplinare di produzione che prevede dal semplice affinamento per 60 giorni, all’invecchiamento in botti per almeno 3 anni.
Nell’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia DOP qualunque aggiunta al semplice mosto cotto è vietata, perciò non è possibile inserire il caramello tra gli ingredienti. Per quanto riguarda invece l’Aceto Balsamico di Modena IGP, il Disciplinare stesso recita che il caramello può essere aggiunto in minima parte (massimo 2%) “per la stabilizzazione colorimetrica”, ossia per conferire il tipico colore bruno anche al prodotto meno invecchiato. Tutti i produttori si attengono pertanto a tale disposizione di legge e, quando il caramello è impiegato nella produzione, esso è sempre indicato in etichetta tra gli ingredienti utilizzati.
L’Aceto Balsamico invecchiato ha un periodo di invecchiamento superiore ai 3 anni.
Vini
Si raccolgono alcuni chicchi d’uva e si esaminano. Quando c’è un perfetto bilanciamento tra acidi e zuccheri e la percentuale di zucchero si è stabilizzata si dà il via alla raccolta.
Le colture di tipo biologico richiedono tecniche e tecnologie particolarmente complesse ed accurate.
Nelle Tenute Ferrarini utilizziamo prodotti di derivazione naturale a base di rame, zolfo o preparati naturali a base di alghe per indurre le piante all’autodifesa da funghi e muffe, eliminando così i prodotti chimici di sintesi. L’innerbimento spontaneo è gestito meccanicamente con frequenti trinciature che vanno ad aumentare il contenuto di sostanza organica nel terreno. Per monitorare in tempo reale ciò che accade nel vigneto e per prevedere i cambiamenti climatici predisponiamo controlli con centraline meteo, riducendo così al minimo i trattamenti.
Per vini di qualità superiore, come vini internazionali e vini base per la produzione di spumante, si procede in genere con la vendemmia a mano, più delicata, selezionando i grappoli perfettamente maturi e privi di imperfezioni e preservando così al massimo qualità e integrità del grappolo. Negli altri casi, invece, la vendemmia meccanica, fatta con apposite macchine, riduce notevolmente i tempi di raccolta permettendo di raccogliere l’uva quando è giunta al massimo delle sue potenzialità ed evitando i rischi di fenomeni climatici che possono compromettere la raccolta.
Salami
La scelta del tipo di budello viene effettuata in relazione al tipo di ricetta tradizionale che intendiamo realizzare. Tutti i nostri budelli non sono edibili.
Le muffe sono dei piccoli funghi che si possono formare sulla pelle del salame; sono molto importanti per mantenerne l’umidità, per la maturazione e l’affinamento degli insaccati, esse donano al salame il suo caratteristico sapore. Ovviamente le muffe che vengono generate durante la produzione dei salumi non producono micotossine.